mercoledì 25 maggio 2011

Storia di un gazebo

La storia del nostro gazebo parte da lontano.

Nel 2008 comprammo i primi semi di lagenarie su internet, e leggendo le specifiche di coltivazione è stato subito chiaro che era necessario un supporto per farle crescere al meglio.

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Questo è il nostro primo gazebo, 2x1 m2, costruito con materiali di recupero e creatività. Abbiamo fatto un disegno di come volevamo la struttura, e una lista del materiale occorrente.

I montanti e i listelli orizzontali sono stati tutti ricavati da pali di legno (erano lunghi 3 metri, e servivano per tenere insieme due pallet di libri impilati…) tagliati a metà, per la lunghezza, da un amico falegname.

Il risultato: 8 montanti, 200 x 20 x 40cm, e 4 traversini 100 x 20 x 40cm. Sono stati montati seguendo il nostro schema:

  1. piantati in terra per 20 cm circa
  2. assemblati a due a due, con viti da legno (fate un foro col trapano prima di avvitare, il listello altrimenti potrebbe spaccarsi…), dopo averli messi in squadro;
  3. da ultimo, vengono fissati i longaroni, che servono a unire le varie parti del gazebo e sistemare le pendenze dei montanti (usiamo una livella a bolla)

La foto è solo indicativa, il gazebo è stato smontato e rimontato “dritto”.

A questo punto serviva la rete per rivestire i due lati più lunghi, ossia per fornire alle zucche delle pareti su cui aggrapparsi. E’ stata recuperata da una vecchia recinzione dismessa con pinze, tenaglie e tanta pazienza per salvarne quanta più possibile. Poi l’abbiamo fissata alla struttura con filo di ferro.

Il gazebo era quasi terminato ma mancava il tetto, perché una volta scalate le pareti, grazie alla loro crescita ridondante, i tralci delle nostre zucche arrivano alla parte superiore del gazebo e lo colonizzano.

Si poteva usare la stessa rete delle pareti, ma sembrava un po’ esile nel caso avesse dovuto sostenere molto peso. Erano le nostre prime lagenarie, non sapevano quali risultati sperare ma vedendo le foto su internet c’eravamo fatte delle illusioni.

Quindi abbiamo cercato qualcosa di più resistente e ci è capitato per le mani, grazie ad un altro amico, stavolta fabbro, qualche pezzo di scarto di rete elettrosaldata, del tipo da edilizia. Ce n’era abbastanza per il nostro tetto, quindi con flessibile e fil di ferro abbiamo assemblato la copertura 2x1. Attenzione: i margine dei ferri tagliati col flessibile possono diventare rasoi! Maneggiateli con cura, anzi sarebbe meglio limarli ben bene.

Il tetto era perfetto, ed è stato sistemato sul gazebo e legato, sempre col fil di ferro. In questo modo la nostra struttura è diventata anche più stabile, essendo “legata” tutta insieme.

Forse non era esteticamente bello, ma le zucche hanno molto gradito. L’unica pecca è che non abbiamo foto!

E arriviamo al 2009.

Il povero gazebo, per una serie di motivi, non è stato custodito a dovere. Non è stato smontato, ripassato con impregnante da legno e riposto con cura al riparo dalle intemperie. E’ rimasto nell’orto, in poche parole, fino al momento del suo riutilizzo.

Ma è rimasto intatto, giusto un po’ annerito dal tempo. Quindi abbiamo solo dovuto preparare il terreno per la messa a dimora delle zucche. Pear bicolor 2009 short hand dipper 2009   Zucchetta ornamentale 2009

 

 

 

 

 

Solo la short hand dipper è una lagenaria (foto al centro), ma quell’anno abbiamo piantato poche varietà, e nell’orto avevamo poco posto. Così, abbiamo mandato su anche le zucchette ornamentali. Le abbiamo dovute legare comunque, perché nonostante si siano attaccate, il loro portamento strisciante le rende poco adatte allo sviluppo in verticale.

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Dopo una serie di sviluppi imprevisti, tipo cambio di casa, siamo state in dubbio fino all’ultimo e fare o meno l’orto per mancanza di terra! Alla fine abbiamo trovato delle persone meravigliose che ci hanno fornito terra e acqua (elemento fondamentale!), in cambio dei prodotti dell’orto.

Abbiamo accettato di corsa! Abbiamo fatto nel 2010 un orto bellissimo e grande, con tutte le carte in regola, a partire da un sistema di irrigazione a goccia, in linea e semiautomatico, che ha quasi azzerato i tempi di gestione dell’irrigazione e moltiplicato il raccolto.

Cosa c’entra questo con le zucche? Non avendo certezza della disponibilità dell’orto, abbiamo trasferito la produzione nell’”altra” casa… Ma questa è una storia lunga.

Quindi il gazebo è stato smontato, e rimontato tal quale nell’altra casa. E se l’è cavata egregiamente, con una rete nuova (quella vecchia era davvero indecente…) e dei tiranti per assicurarlo al terreno più saldamente vista la zona un po’ ventosa.

Gazebo 2010

Lì la terra è migliore, e il raccolto 2010 è stato portentoso. Ecco qualche esempio in attesa di una vera e propria galleria:

Chinese Bottle 2010 Short Hand Dipper 2010 Maranka 2010

 

 

 

 

 

Ma la storia del nostro gazebo continua…

1 commento:

Unknown ha detto...

ciao carissime !!!
se guardate qua, riconoscete sicuramente qualche soggetto
www.camperinofaidate.blogspot.it

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