Il seme è il mezzo di diffusione che racchiude in sé già tutta la pianta che verrà.
È costituito da un embrione, quiescente, racchiuso da un involucro protettivo, detto tegumento, che contiene un particolare tessuto nutritivo, l’endosperma.
L’embrione è una piantina in miniatura costituita da una radichetta, un fusto embrionale che, nel caso delle zucche, porta due foglie embrionali, le cotiledoni, e una gemma, la piumetta che darà origine al fusto e alle foglie.
Creando delle condizioni esterne ottimali, trascorso un periodo di quiescenza variabile a seconda della specie, il seme si risveglia. La germinazione richiede acqua, ossigeno e una temperatura ottimale. Il seme assorbe acqua e si gonfia fino a che il suo involucro si apre lasciando uscire la radichetta. All’interno, l’embrione cresce a spese dell’endosperma, il tessuto nutritivo del seme.
Senza scendere troppo nei dettagli, che ognuno approfondirà se desidera, nelle dicotiledoni, durante la germinazione, le cotiledoni fuoriescono dal seme diventando epigee (cioè fuoriescono dal terreno) e verdi. Le cotiledoni possono avere funzione di riserva, di assorbimento o di protezione; avvizziscono a mano a mano che le riserva di sostanze nutritive viene utilizzata dal germoglio.
Quando le prime foglie verdi assicurano alla pianta il nutrimento, perché trasformano l’anidride carbonica dell’aria e l’acqua assorbita dalla radice in zuccheri e ossigeno, grazie alla luce del sole e alla clorofilla (fotosintesi clorofilliana), i cotiledoni avvizziscono.
Il termine cotiledone deriva dal greco e significa cavità e (è un termine improprio ma consacrato dall’uso) indica la foglia embrionale delle piante Spermatofite (cioè dotate di semi).
Da ultimo, accenniamo al geotropismo, che è un movimento di parti della pianta in risposta agli stimoli dovuti alla forza di gravità della Terra: in direzione dello stimolo è positivo, in quella opposta è negativo. La radice si dirige sempre verso il basso, anche capovolgendo il seme, perché dotata di geotropismo positivo; viceversa il fusto si dirige verso l’alto (geotropismo negativo).
Quindi potremmo tranquillamente dire che il seme ha un orientamento, ovvero piantandolo nel modo giusto la radice si svilupperà senza sforzi.
Il seme esaurisce la sua funzione quando dal fusto escono le prime foglioline verdi: la pianta è ora autotrofa (si nutre da sé grazie alla fotosintesi).
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